di Laura Gazzani
con Beatrice D’Amelio, Jessica Russo, Melania Pallini, Nicolò Giorgini
suono Tim Van Der Burg
camera DoP, editing Alina Fejzo
luci in via di definizione
con il sostegno di Anghiari Dance Hub, B-Ped ETS
produzione MARCHE TEATRO
CARMELA è un progetto coreografico che indaga il desiderio e l’identità femminile attraverso il corpo, inteso come spazio politico, sensibile e relazionale. Ispirandosi a immaginari cinematografici che uniscono lirismo e intimità (Almodóvar, Ozpetek), il lavoro esplora il piacere come diritto e come atto rivoluzionario, restituendo al corpo la centralità del sentire. In scena, quattro performer danno vita a una presenza corale e vibrante, attraversata da tensioni, abbandoni, bisogno e ascolto. L’energia del tango, svincolata dalla sua forma codificata, permea il progetto come traccia emotiva e impulso relazionale. La creazione si sviluppa come uno spazio di esplorazione fisica e poetica, dove eros e fragilità si intrecciano e ogni gesto diventa occasione di incontro. CARMELA non racconta una storia, ma evoca un universo in cui il piacere non è solo fisico, ma esistenziale.
SINOSSI
Carmela è donna.
Carmela è nelle piazze.
Carmela è passione sottopelle. Arriva là dove le emozioni si muovono prima ancora di essere comprese.
Carmela è un viaggio nel piacere, un ritorno al corpo come tempio del desiderio.
Forte e vulnerabile nel chiedere di essere sentita, di essere ascoltata nel suo bisogno di amare e di piacere, nel suo diritto di godere.
In un universo che vibra tra il lirismo sensuale di Almodóvar e l’intimità struggente di Ozpetek, CARMELA si siede a tavola. Il piacere è un diritto, un atto rivoluzionario, un ritorno a sé stessi e all’altro. È il rischio di lasciarsi travolgere, di perdersi e poi ritrovarsi in un abbraccio che non è solo fisico, ma esistenziale.
L’energia del tango attraversa i corpi dei danzatori e li spinge oltre il passo conosciuto, dentro una dimensione di esplorazione in cui l’eros si intreccia con la fragilità, la forza con la resa, il bisogno con l’istinto. Nulla è concesso all’indifferenza: tutto è vita, tutto è fame di sentire.