di Laura Gazzani
con Francesca Rinaldi, Jessica Russo, Melania Pallini, Nicolò Giorgini
musica in via di definizione
luci in via di definizione
con il sostegno di Anghiari Dance Hub, B-Ped ETS
produzione Marche Teatro
CARMELA è un progetto coreografico che indaga il desiderio e l’identità femminile attraverso il corpo, inteso come spazio politico, sensibile e relazionale. Ispirandosi a immaginari cinematografici che uniscono lirismo e intimità (Almodóvar, Ozpetek), il lavoro esplora il piacere come diritto e come atto rivoluzionario, restituendo al corpo la centralità del sentire. In scena, quattro performer danno vita a una presenza corale e vibrante, attraversata da tensioni, abbandoni, bisogno e ascolto. L’energia del tango, svincolata dalla sua forma codificata, permea il progetto come traccia emotiva e impulso relazionale. La creazione si sviluppa come uno spazio di esplorazione fisica e poetica, dove eros e fragilità si intrecciano e ogni gesto diventa occasione di incontro. CARMELA non racconta una storia, ma evoca un universo in cui il piacere non è solo fisico, ma esistenziale.
SINOSSI
Carmela è donna.
Carmela è nelle piazze.
Carmela è passione sottopelle. Arriva là dove le emozioni si muovono prima ancora di essere comprese.
Carmela è un viaggio nel piacere, un ritorno al corpo come tempio del desiderio.
Forte e vulnerabile nel chiedere di essere sentita, di essere ascoltata nel suo bisogno di amare e di piacere, nel suo diritto di godere.
In un universo che vibra tra il lirismo sensuale di Almodóvar e l’intimità struggente di Ozpetek, CARMELA si siede a tavola. Il piacere è un diritto, un atto rivoluzionario, un ritorno a sé stessi e all’altro. È il rischio di lasciarsi travolgere, di perdersi e poi ritrovarsi in un abbraccio che non è solo fisico, ma esistenziale.
L’energia del tango attraversa i corpi dei danzatori e li spinge oltre il passo conosciuto, dentro una dimensione di esplorazione in cui l’eros si intreccia con la fragilità, la forza con la resa, il bisogno con l’istinto. Nulla è concesso all’indifferenza: tutto è vita, tutto è fame di sentire.