[PRODUZIONE OSPITE]
coreografia Alessandro Sciarroni
intepreti Marta Ciappina
musiche originali Jean Sibelius (Op. 22 No. 2, “Tuonelan joutsen”)
costumi Ettore Lombardi
cura, promozione e sviluppo Lisa Gilardino
produzione esecutiva Chiara Fava
cura tecnica Valeria Foti
commissione Festival Bolzano Danza | Tanz Bozen
produzione MARCHE TEATRO Teatro di Rilevante Interesse Culturale, Corpoceleste_C.C.00#
in coproduzione con Festival Bolzano Danza| Tanz Bozen
con il sostegno di NOI Techpark Südtirol/Alto Adige
Durata 20 min.
Op. 22 No. 2 è un solo di Alessandro Sciarroni creato per Marta Ciappina, danzatrice con la quale il coreografo collabora da diversi anni. Commissionato dal Festival Bolzano Danza, l’opera è ispirata al poema sinfonico del compositore finlandese Jean Sibelius: “Il cigno di Tuonela”, basato sul poema epico Kalevala della mitologia finlandese.
“Alessandro scrive una figura femminile agghindata di piume affilate e dotata di unghie limate. Eppure, nascosti dal luccichio di un presunto vigore, gli occhi appaiono ridotti a una sottile fessura, l’eloquio zoppicante al cospetto della morte, la pelle tremolante. Non sono forse io? Ex bambina che ha ridicolizzato la vita sfidando gli eventi con frecce purple. Lo scrittore si avvicina, comprende e non teme. La felicità è afferrata. Grazie.”
Marta
L’opera Op. 22 No. 2 nasce da un’idea di Emanuele Masi, nell’ambito della rete “Swans never die” – un progetto di Lavanderia a Vapore – Centro di Residenza per la Danza (Piemonte dal Vivo – Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo, Coorpi, Didee Arti e Comunicazione, Mosaico Danza,
Zerogrammi); Operaestate Festival Veneto e Centro per la Scena Contemporanea CSC Bassano del Grappa; Triennale Milano Teatro; Fondazione Teatro Grande di Brescia; Festival Bolzano Danza – Fondazione Haydn; Gender Bender Festival; “Memory in Motion. Re-Membering Dance History (Mnemedance)” – Università Ca’ Foscari Venezia; DAMS – Università degli Studi di Torino. Alessandro Sciarroni è artista associato del CENTQUATRE – PARIS e della Triennale Milano Teatro 2022-2024.
L’Associazione Corpoceleste nasce nel 2008 da una visione di Alessandro Sciarroni e Chiara Bersani, con lo scopo di portare avanti le rispettive identità autoriali, acquisite durante il loro lungo periodo di formazione. Corpoceleste debutta con Your Girl, opera prima di Alessandro Sciarroni, nata in collaborazione con Chiara Bersani. La performance si impone subito all’attenzione internazionale, in particolare sulla scena della danza contemporanea europea. Grazie a questa prima fortunata esperienza, Corpoceleste definisce i contorni della propria identità strutturale e li mantiene immutati fino ad oggi, affermando così la specificità dell’associazione. Non si tratta di una compagnia o di un collettivo ma di uno spazio comune dove gli artisti condividono una rete di relazioni e collaborazioni costruita negli anni. Nel 2019 entra a far parte del nucleo di artisti associati anche Francesca Grilli e dal 2021 Corpoceleste supporta e segue il lavoro del Collettivo MINE (Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Roberta Racis, Silvia Sisto) e di Gianmaria Borzillo. Pur creando le proprie opere indipendentemente, gli artisti di Corpoceleste sostengono l’uno la ricerca dell’altro. La creazione artistica diventa un processo collettivo nel quale ogni soggetto coinvolto mette a disposizione le proprie competenze. I collaboratori scivolano tra le visioni di artisti diversi. Le idee e i progetti circolano liberamente, rendendo così Corpoceleste fucina creativa.
Artista italiano attivo nell’ambito delle performing arts, con una formazione nel campo delle arti visive e di ricerca teatrale. I suoi lavori partono da un’impostazione concettuale di matrice duchampiana, facendo ricorso ad un impianto teatrale, e sono ospitati in festival, musei e spazi non convenzionali, in tutta Europa, Nord America, Sud America e Asia. Nelle sue creazioni coinvolge artisti provenienti da diverse discipline, facendo proprie le tecniche della danza, del circo o dello sport. I suoi lavori tentano di disvelare, attraverso la ripetizione di una pratica fino ai limiti della resistenza fisica, le ossessioni, le paure e la fragilità dell’atto performativo, alla ricerca di una relazione empatica tra spettatori e interpreti. Nel 2019 gli viene assegnato il Leone d’Oro alla carriera per la Danza.